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Come accordare un pianoforte

Introduzione

Con questo breve manuale ci piacerebbe aiutare le persone a intraprendere la strada dell'accordatura dei pianoforti, anche se hanno poca o nessuna esperienza in materia. Raccomandiamo fortemente di leggere l'intero manuale prima di iniziare ad accordare il proprio prezioso strumento, in modo da aver già conosciuto tutti gli aspetti rilevanti.

Dev'essere ben chiaro che l'accordatura non è qualcosa che si impara in un attimo. Ci vuole una certa dose di perseveranza e autocritica per imparare ad accordare un pianoforte in modo accettabile.
Molti di coloro che usano l'accordatore Dirk's per pianoforte hanno raggiunto livelli per loro impensabili.

Può essere utile anche una conoscenza di base delle molte varietà di pianoforti verticali e a coda, e dei loro dettagli costruttivi. Si dovrà imparare a riconoscere eventuali anomalie e "effetti collaterali", ed essere in grado di correggerli se necessario.

Accordatore Dirk's per pianoforte


Accordare personalmente un pianoforte a uno standard professionale

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L'accordatore è disponibile nelle seguenti lingue:
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Tabella dei contenuti

La chiave da accordatore

Veniamo quindi all'accordatura in pratica. Prima di tutto alcuni utensili indispensabili:

È una "leva" che serve per girare le caviglie, come vedremo meglio in seguito. Di più su questo "accordare" in seguito. Se ne deve acquistare una di buona qualità, perché una buona chiave permette una sensibilità e un controllo migliori durante l'accordatura. La chiave non deve essere troppo leggera o troppo lunga. Tanto più rigida (meno flessibile) è la chiave, tanto migliore è la sensibilità nel manovrare le caviglie. La "testa" deve essere a forma di stella per adattarsi alla sezione quadrata delle caviglie. Dato che esistono caviglie di grandezze diverse, bisogna accertarsi di acquistare la chiave della giusta dimensione.

La forma a stella permette di inserire la chiave in posizioni differenti sulle caviglie. Si può quindi orientare sempre la chiave nella direzione più opportuna.
La chiave da accordatore

Se si prevede di accordare più di un pianoforte è raccomandabile una chiave a testine intercambiabili, che possa montare bussole di dimensioni e lunghezze differenti, per adattarsi a qualsiasi tipo di caviglie. Ci si può far consigliare da un rivenditore nella scelta.

Cunei, stecche e strisce di feltro

Si tratta di accessori utilizzabili per smorzare le corde che non si devono sentire durante l'accordatura. Occorre procurarsi dei cunei in gomma per smorzare le corde, e sono consigliabili anche dei cunei con impugnatura in filo metallico, specialmente per strumenti dove non c'è abbastanza spazio per i cunei normali.
Cunei, stecche e strisce di feltro
Per i pianoforti verticali sono disponibili delle stecche in plastica che funzionano come pinzette invertite. Queste stecche devono essere (delicatamente!) manovrate attraverso le aste dei martelletti. Si usano per smorzare due corde adiacenti, o le due corde esterne di un unisono in modo da poter accordare quella interna. Un unisono è l'insieme di tre corde (nella sezione media e degli acuti) o di due corde (nella sezione bassa) che appartengono a un'unica nota.

Le stecche sono particolarmente utili nella sezione degli acuti (note più alte, corde più corte) del pianoforte, dove ogni tasto aziona un martelletto che batte su due o tre corde all'unisono, e non c'è spazio per i normali cunei.
Per i pianoforti verticali sono disponibili delle stecche in plastica che funzionano come pinzette invertite
Esistono anche strisce flessibili in feltro, disponibili in diversi spessori. Si usano soprattutto nei pianoforti a coda. Possono essere avvolte su tutte le corde esterne (destra e sinistra) di ciascun unisono in modo da smorzarle e lasciar suonare solo la corda interna. Alcuni preferiscono questo metodo a quello dei cunei, perché ritengono che sia più rapido.

Negli unisoni a due corde si salta sempre uno spazio, in modo da accordare alternatamente una corda destra e una sinistra di note successive.
Esistono anche strisce flessibili in feltro, disponibili in diversi spessori
Si raccomanda di usare un utensile piatto di alluminio o di legno per applicare queste strisce. Bisogna fare attenzione a non urtare la tavola armonica con l'utensile, perché la si potrebbe danneggiare. È molto importante anche premere il pedale di risonanza (quello che permette di sollevare leggermente tutti gli smorzatori nello stesso tempo) per evitare danni o deformazioni dei feltrini degli smorzatori a causa del movimento laterale delle corde. Fare attenzione a premere nuovamente il pedale quando si vogliono togliere le strisce. Appoggiare il palmo della mano sulle corde (indossare dei guanti per evitare di ossidarle) quando si rimuovono le strisce, in modo da evitare di spostare molto le corde, con il rischio di danneggiare gli smorzatori. Operazioni maldestre possono anche scordare lo strumento.
Esistono anche strisce flessibili in feltro, disponibili in diversi spessori

Girare i perni di sintonia

Una cosa è importante: bisogna girare le caviglie con movimenti minimi, spesso non si può nemmeno parlare di movimenti. Prima di tutto bisogna stabilire se occorre alzare o abbassare la frequenza. Quando si inizia ad accordare è prudente abbassare leggermente la nota, per evitare di tirare troppo la corda, con il rischio di deformarla o romperla. È essenziale fare pratica con questi movimenti minimi per sviluppare una buona sensibilità, senza della quale sarebbe impossibile ottenere una buona accordatura. Si consiglia di fare pratica su questo prima di passare all'accordatura del pianoforte.
Martelletto di accordatura nel pianoforte a coda
Iniziare smorzando con i cunei alcune corde esterne di qualche unisono. Lasciare stare le corde interne e applicare la chiave di accordatura sulla caviglia di una delle corde esterne non smorzate.

Provare ad applicare un po' di forza sulla chiave, verso sinistra perché si desidera abbassare la frequenza, ma senza girare la caviglia. Ascoltare attentamente ciò che si sente. Se non si percepisce differenza aumentare leggermente la pressione sulla chiave, finché non si cominciano a udire i battimenti. Una volta che si cominciano a sentire i battimenti significa che c'è una differenza di frequenza tra la corda interna e quella esterna. Tanto maggiore è la differenza, tanto più veloce sarà il battimento. Se si lascia andare la chiave senza avere girato la caviglia, questa ritornerà alla posizione iniziale e la differenza di frequenza sparirà. Questo fatto sarà molto importante più avanti per l'accordatura. Come si spiega questo comportamento? La parte visibile della caviglia è solo metà della caviglia stessa. La parte invisibile è inserita nel somiere, ed è trattenuta molto strettamente per evitare che possa allentarsi.
Iniziare smorzando con i cunei alcune corde esterne di qualche unisono
Applicando solo una leggera forza alla chiave la caviglia si torce leggermente. Questa flessibilità è proprio una caratteristica del materiale, che è in certa misura "elastico" pur essendo fatto di acciaio di alta qualità. Dove la caviglia è trattenuta dal somiere c'è così tanta resistenza che, se si fa girare la caviglia, questa non sempre tornerà alla posizione iniziale. È dovere dell'accordatore aiutare le caviglie in questo modo, perché altrimenti sarebbero le corde ad agire sulle caviglie quando si suona il piano facendolo scordare. Questo procedimento si chiama "impostare la caviglia", ed è vitale per un'accordatura stabile. Bisogna quindi accertarsi che le caviglie rimangano in una posizione di equilibrio, per contribuire alla stabilità dell'accordatura. Questa è una delle parti più difficili dell'accordatura! Come verifica si può "pestare" più forte sul tasto un paio di volte, e ascoltare se ci sono cambiamenti.
Iniziare smorzando con i cunei alcune corde esterne di qualche unisono

Stabilità di accordatura

Questo ci porta all'argomento della stabilità dell'accordatura; quando si osserva la lunghezza totale di una corda del pianoforte, si scopre che può essere divisa in tre sezioni: La prima sezione, a partire dalla caviglia, è quella che non vibra. Questa parte passa sopra un punto fisso che può essere realizzato in modi diversi a seconda della collocazione e al tipo di strumento. I punti fissi sono denominati agraffe o capotasti, a seconda dei casi. La seconda parte della corda è quella libera di vibrare e produce quindi il suono. La testa del martelletto colpisce questa sezione della corda. È la parte sonora della corda. Successivamente la corda passa sul ponticello, da cui inizia la terza sezione. La distanza tra le agraffe e il primo punto del ponticello determina la lunghezza della sezione oscillante della corda. Il ponte è il secondo punto fisso sul quale la corda scorre. La sezione compresa tra il ponticello e i punti terminali di fissaggio della corda è anch'essa non vibrante.
Ma torniamo alla stabilità dell'accordatura. Si può immaginare come vi sia una resistenza relativamente alta sui due punti fissi, al di sopra dei quali le corde "scorrono" durante l'accordatura (o quando cambia la loro tensione), in parte a causa dell'elevata tensione delle corde stesse. Questa resistenza può portare a differenze di tensione tra le tre sezioni della corda. Questa differenza, se non venisse eliminata, si livellerebbe suonando lo strumento e lo farebbe andare velocemente fuori accordatura. Pestando forte sui tasti diverse volte si fa in modo che le tensioni si distribuiscano in modo uguale nelle tre sezioni della corda.
Si raccomanda di accordare prima un po' crescente, poi scendere fino alla frequenza desiderata mentre si continua a battere sul tasto. Pestando sul tasto si facilita lo scorrimento delle corde sopra i punti fissi. Accordando leggermente crescente la tensione della corda aiuta a raggiungere la frequenza corretta.

Si dovrà sviluppare la capacità di portare la caviglia in una posizione di equilibrio, di eliminare le differenze di tensione nelle corde e di raggiungere infine la frequenza corretta.

Girare i perni di sintonia

Vediamo ora cosa accade quando giriamo le caviglie. Le caviglie sono inserite molto strettamente nel somiere, perciò occorre vincere una notevole resistenza per farle girare. La tensione della corda viene in aiuto quando si vuole abbassare la tonalità, ma quando la si vuole alzare bisogna vincere sia la resistenza della caviglia sia la tensione della corda. Come si fa a accordare più alto o più basso? C'è una differenza tra il pianoforte verticale e quello a coda in questo aspetto, come vedremo tra poco. Ti diremo di seguito a riguardo.

Partiamo dal pianoforte verticale. Si osservi la caviglia e il modo in cui la corda è ad essa collegata. La corda esce dalla caviglia e scende verso la parte inferiore del pianoforte, verso sinistra. Bisogna aver chiaro che girando la caviglia verso sinistra si riduce la tensione della corda e si abbassa anche la tonalità, mentre girando a destra si ottiene l'effetto opposto e la tonalità sale.
Si osservi la caviglia e il modo in cui la corda è ad essa collegata
Cosa dire del pianoforte a coda? Non è molto diverso da quello verticale, ma si devono osservare le differenze per non fare errori quando si accorda.

La corda lascia la caviglia sul lato destro e corre in direzione della "coda" del pianoforte (osservandolo dalla parte della tastiera).
Si deve tenere presente che la frequenza del suono e la tensione della corda aumentano quando si gira la caviglia verso destra, mentre scendono girando a sinistra. È importante rispettare le differenze strutturali tra un pianoforte verticale e uno a coda, perché cambia molto il modo in cui si posiziona e si muove la chiave di accordatura.
In un pianoforte verticale è meglio disporre il manico della chiave in posizione superiore, leggermente a destra dell'asse verticale.

Immaginando il quadrante di un orologio si deve disporre la chiave nella posizione dell'una, e girarla verso destra per alzare la tonalità.
Immaginando il quadrante di un orologio si deve disporre la chiave nella posizione dell'una, e girarla verso destra per alzare la tonalità
Nel pianoforte a coda si deve orientare il manico della chiave verso destra e leggermente lontano da noi. Visto dall'alto corrispone all'incirca alle due.

Tiriamo la leva verso di noi per alzare la tonalità.
Visto dall'alto corrispone all'incirca alle due

Il movimento del perno

Resta ancora da spiegare una delle parti più importanti dell'accordatura: il movimento della caviglia, e quale caviglia si deve girare.

Girando le caviglie si potranno sentire forti differenze da una all'altra, anche se appartenenti allo stesso strumento. Alcune sono molto fluide e si girano con precisione, ma altre si muovono a scatti. Queste caviglie tipicamente "saltano" oltre il punto desiderato, appena si applica un po' più di forza alla chiave. Non ci si deve lasciar spaventare dagli "scricchiolii" che si sentono in questi casi, sono causati dal "serraggio" della caviglia nel somiere e non provocano alcun danno. Ancora una volta è importante saper ruotare le caviglie il minimo indispensabile. Una volta imparato questo, si eviterà non solo di tirare troppo le corde, ma si sarà anche capaci di accordare con molta precisione. Le differenze di frequenza da correggere sono spesso piccolissime.

Prima di tutto bisogna fare molta attenzione a individuare la caviglia giusta, prima di cominciare ad accordare una nota. Seguire la corda finché non si è certi di trovarsi sulla caviglia corretta.
Quando si comincia a girare e l'altezza del suono non cambia meglio fermarsi, perché si potrebbe essere sulla caviglia sbagliata. È più sicuro applicare un po' di pressione sulla chiave senza girare la caviglia. Si dovrebbe notare un leggero innalzamento della tonalità, altrimenti si sta sicuramente toccando una caviglia errata e si è smorzata la corda sbagliata. Fare sempre queste verifiche prima di iniziare a girare la caviglia, per evitare possibili spiacevoli conseguenze sulla corda.

Sempre per precauzione è meglio accordare prima un po' in calare e poi risalire. Ancora una volta, per la stabilità dell'accordatuda si raccomanda di accordare prima un po' crescente e poi scendere alla frequenza corretta, per "impostare" la caviglia: In questo modo la rotazione della caviglia si sosterrà da sola e sarà più facile neutralizzare le differenze di tensione nella corda. Fare assolutamente attenzione a raggiungere la stabilità della caviglia! All'inizio la disposizione delle caviglie sembrerà caotica, ma dopo un po' di studio si vedrà chiaramente che seguono uno schema logico. Col passare del tempo sarà più facile trovare la caviglia giusta, ma è sempre meglio verificare una volta di troppo che una volta in meno.

Alzare l’intonazione

Si è accennato prima all'altissima tensione delle corde: per ciascuna di esse raggiunge in media 80 kg, e la forza totale risultante sul telaio dello strumento è di 18000 kg.

Supponiamo di dover accordare un pianoforte che è complessivamente troppo basso di tonalità. È facile comprendere come, dal punto di vista della distribuzione uniforme delle forze di trazione, sia importante alzare le tonalità in modo omogeneo su tutta la gamma di note del pianoforte.
È anche importante sapere che, per lo stesso motivo, le deviazioni di frequenza superiori a 30 cent devono essere corrette in più passaggi (per maggiori informazioni sugli scostamenti in cent si veda il relativo paragrafo del manuale). In casi del genere bisogna prima eseguire un'accordatura grossolana al solo scopo di portare la tonalità più vicino a quella desiderata, distribuendo nel contempo le tensioni nel modo più uniforme possibile. Un'accordatura grossolana può essere fatta in 15 o 20 minuti, con un po' di esperienza, e in quella fase non importa se rimangono udibili dei battimenti negli unisoni.
Ora spiegheremo un metodo per ottenere tale uniformità:

  • Primo. iniziare ad accordare le corde centrali nelle ottave da Do3 a Do5
  • Secondo. accordare una delle corde di ciascun unisono nella sezione dei bassi a due corde
  • Terzo. accordare le corde centrali da Do5 a Do8
  • Quarto. accordare le corde basse singole
  • Quinto. accordare tutte le corde di sinistra degli unisoni da Do3 a Do8
  • Sesto. accordare ogni corda rimanente nella sezione dei bassi a due corde
  • Infine accordare tutte le corde di destra da Do3 a Do8

Si noti che il passaggio dalle corde doppie nei bassi a quelle triple non corrisponde a Do3 in tutti gli strumenti, occorre perciò verificare di volta in volta e modificare la procedura se richiesto.
Secondo. accordare una delle corde di ciascun unisono nella sezione dei bassi a due corde

Note legali

Anche se abbiamo cercato di spiegare il procedimento di accordatura molto accuratamente, non ci assumiamo alcuna responsabilità per eventuali danni dato che è semplicemente impossibile insegnare, con questo breve manuale e senza nessuna esercitazione pratica, tutte le sfaccettature di questa meravigliosa professione.

Quello che possiamo consigliare è: fare molta pratica e ascoltare quello che si fa. Anche senza usare l'accordatore. Non è importante solo l'accordatura, ma anche la comprensione di tutti gli altri aspetti e l'abilità nell'uso della chiave di accordatura.

Auguriamo il migliore successo a chi ha seguito queste indicazioni e speriamo che possa presto godere di una bellissima accordatura.
Accordatore Dirk's per pianoforte
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